28-29-30 OTTOBRE 2011
Per chi vuole scoprire l’incredibile potenza e unicità della propria voce.Per chi parla per molte ore e non si sente padrone della propria voce, per chi canta, recita e si ritrova affaticato o afono, per chi vorrebbe essere più efficace nella trasmissione della parola, per chi la usa nel lavoro e si sente insoddisfatto (per insegnanti, conferenzieri, formatori, cantanti, attori, ecc…), per chi non si riconosce del tutto nella propria emissione, per chi ne vuole sviluppare l’uso terapeutico o se vi piace cantare e parlare ma non vi sentite appagati da voi stessi. Per usarla per moltissime ore senza affaticamento o inutili tensioni.
Adatto per tutte le età e consigliato ai più giovani.
LABORATORIO DELLA VOCE
Lo stage si terrà a Bologna
il 28-29-30 OTTOBRE 2011
e si svolgerà nei 3 giorni per una durata complessiva di 10 ore
Venerdì 28 e Sabato 29 dalle ore 19.00 alle 22.30
Domenica 30 dalle ore 13.30 alle ore 16.30
in via della Beverara 86
per informazioni più dettagliate e iscrizioni allo stage
inviare una mail a laboratoriodellavoce@hotmail.it
o telefonare al 3311135248
La preiscrizioni e prenotazioni di un posto vengono fatte via mail o al telefono.
Corso di tecniche moderne e sperimentali per l’impostazione e la trasformazione della voce parlata e cantata (tenuto da Antonio Amorosi) http://laboratoriodellavoce2000.blogspot.com/
Lo stage ha come obiettivo quello di trasformare le proprie capacità e impostazioni superando i propri confini vocali (intesi come impatto e stile: per il teatro, per il parlato, per conferenze, per qualsiasi genere di canto, leggero, lirico, rock, punk, metal, industria,l ecc…)
Il fine del corso è aumentare la consapevolezza dello strumento e scoprirne l’uso. Si rivelerà dentro di sé in una combinazione unica ritmo, armonia, suono, rumore creando una voce duttile, dinamica, potente, espressiva ed inesauribile. La voce è un veicolo di orientamento spaziale e come macchina produttrice di suono è un mezzo dalle connotazioni materiali definite e inesauribile.
Metodologia e argomenti per cambiare la propria voce
- tecniche di respirazione di base e respirazione profonda
- uso pratico delle tecniche di rilassamento profondo
- tensioni e blocchi corpo/cervello
- spazializzazione del suono della voce
- applicazione della potenza sonora del corpo
- lo stadio vocale primario, il KI AI
- centri energetici vocali e fonazione
- il suono e la pratica della voce come limite
- la pratica della voce come invenzione
- apertura dell’estensione sonora
- attacco e i primi risuonatori
- la voce come veicolo spaziale totale
- tecniche miste di respirazione
- l’uso del fiato residuo
- fisiologia del canto e sviluppo personale
- uso pratico delle risonanze
- le sezioni del diaframma il suo uso attivo
- la bilancia pelvica e la potenza del corpo
- l’appoggio classico
- potenziamento muscolare ed apertura della voce
- la voce come macchina sonora
- il suono e gli intervalli sonori
- apertura della maschera tradizionale
- risuonatori ed estensori spaziali
- le fonoarticolazioni
- ideare gli interventi
- parlare in pubblico
- gestione di una conferenza
- discorsi davanti a una platea: metodologia operativa
- strumenti per catturare e mantenere l’attenzione del pubblico
- gestione degli stati emotivi
- cantare un testo
- gestione di una canzone
- uso sonoro della scrittura
- armonici e diplofonie
- la voce come rumore
- rottura dei propri confini vocali
- la voce come esercizio radicale che ti cambia
- i generi cantati e la mutazione della voce
- trasformarsi nella propria voce preferita
- diventare cantanti unici
La voce continua a mantenere nel tempo l’aura di entità misteriosa, di mezzo dalle connotazioni tecniche indefinite. Uno dei pregiudizi piu’ diffusi considera il canto e “l’uso della voce” appannaggio di “pochi eletti“; la cultura musicale accademica ne riduce l’utilizzo, rinchiudendola in una didattica di insegnamento che è sempre semplice limatura di imperfezioni. Noi lavoriamo su unpensiero-sonoro espressivo che mostra come la voce non sia
il frutto della predisposizione e del talento innati. Niente è al tempo stesso più vicino e lontano della voce, visto l’uso costante che ne facciamo parlando. La voce è uno strumento astratto e poco afferrabile. L’accademismo la rinchiude nella ripetitività, rendendola sgusciante, immateriale, impalpabile, inafferrabile, povera e debole, cioè sclerotizzata nell’uso quotidiano e ridotta a pochissimi moduli.
Per lavorare sulla voce occorre dimenricarsi il sapere musicale convenzionale, che da preminenza alle partiture scritte e incanala le tensioni interne in generi, modi e stili. La cultura musicale in genere considera degli handicap non saper leggere e scrivere la musica. Noi li consideriamo una ricchezza, un vantaggio. Partiamo dalle pulsioni dei nostri nervi, e da essi costruiamo un pianeta di suoni adatti alla nostra personalità. Nel nostro metodo di lavoro e’ il ritmo e la pressione interna a spingerci nel percorso della ricerca sonora. Il suono dunque non discende dalla lettura di una partitura scritta o da uno stimolo esterno a cui uniformarci. Ma si sviluppa dal nostro corpo per incotrare in un secondo momento la musica convenzionale. In questo modo, non solo rinforzeremo la voce posseduta, liberandola da un numero sempre maggiore di autolimitazioni, ma daremo anche vita ad un percorso di formazione globale al suo uso radicale. Il nostro lavoro parte da quello che si puo’ definire la necessita’ del pensiero di rivelarsi nello spazio e di dare suono alle idee o semplicemente di cercare di materializzare delle sensazioni: riuscire cioe’ a sonorizzare le sensazioni del corpo, l’attivita’ dell’immaginazione e del pensiero materializzandoli spazialmente. La voce non è uno strumento ma un veicolo di orientamento spaziale. E’ un’entità che cerca, si muove, si aggrappa, si rompe, spinge, cade, si divincola, si rialza, corre, respira, ecc… nello spazio interno ed esterno a noi stessi. Ha una potenza incredibile. Basta solo riattivarla per ritornare alla forza vocale che avevamo quando eravamo in fasce e gridavamo per ore senza perderla!
La prima cosa che bisogna fare è aprire il corpo alla voce e sperimentare l’insieme delle chiavi che ci permettono di aprire i suoni. Per “ricerca sonora” intendiamo l’abolizione degli stili, dei “modi” di cantare (sempre legati al proprio tempo), insistendo sulla categoria di “superamento dei propri limiti”, che sono da intendere quali limiti interni, e al tempo stesso, esterni alla persona. Quello che tenteremo di fare è di agganciare il corpo alla testa e ricercare quello che sembra ‘impossibile: la ricerca animale del proprio essere veicolo produttore totale di suono. Centrale è la consapevolezza delle proprie capacita’, e quindi delle possibilita’ estreme che ha questo veicolo di percorrere tragitti mai percorsi prima. Intendere la voce nella tonalità delle sue possibilita’, non solo come ricerca del bello, dell’armonioso o soggetto di imitazione, ma anche come mezzo inventore di suoni, di ogni natura: lirici, di percussione, fricati, distorti, rumorosi, meccanici, ecc… Per questo il compito da assolvere sara’ quello di annodarci alle tecniche della voce nella cultura orale, accelerando la crescita interna del soggetto con le sue azioni spaziali ed esteriori. Ci muoveremo nella direzione della materialita’ dell’utilizzo veicolo-voce, per scardinare limiti e imporre ai suoni i luoghi di frequentazione piu’ vicini alla propria personalita’. Non esiste suono senza un cambiamento, senza una trasformazione. Se definiamo i limiti della voce come limiti del corpo e della capacita’ immaginativa del cervello lo diciamo consapevoli di potere attivare nuovi meccanismi di emissione a produrre suoni, concentrando il lavoro di ricerca su noi stessi, facendo delle nostre tensioni l’unica ricchezza possibile: praticando il suono nella sua più intima materialita’.