mercoledì 23 settembre 2009

22-23-24 OTTOBRE LABORATORIO DELLA VOCE



22-23-24 OTTOBRE a BOLOGNA

VEN 22 (ore 19 – 22.30)

SAB 23 (ore 13.30-16.30)
DOM 24 (ore 13.30-16.30)





per iscrizioni e info tel al 3311135248 o inviate una mail a laboratoriodellavoce@hotmail.it


Corso di tecniche moderne e sperimentali per l’impostazione e la trasformazione della voce parlata e cantata (tenuto da Antonio Amorosi)


Per chi usa la voce nel lavoro, per chi parla per molte ore e si ritrova affaticato o afono, per chi canta, recita e si sente non padrone dello strumento, per chi vorrebbe essere più efficace nella trasmissione della parola, per chi non si riconosce del tutto nella propria emissione (per insegnanti, conferenzieri, formatori, cantanti, attori, ecc…). Adatto per tutte le età e consigliato ai più giovani.

Lo stage ha come obiettivo quello di trasformare le proprie capacità e impostazioni superando i propri confini vocali (intesi come impatto e stile: per il teatro, per il parlato, per conferenze, canto leggero, lirico, rock, punk, metal, ecc…)

Il fine del corso è aumentare la consapevolezza dello strumento e scoprirne l’uso. Si rivelerà dentro di sé in una combinazione unica ritmo, armonia, suono, rumore creando una voce duttile, dinamica, potente, espressiva ed inesauribile. La voce è un veicolo di orientamento spaziale e come macchina produttrice di suono è un mezzo dalle connotazioni materiali definite

Metodologia e argomenti per cambiare la propria voce

  • tecniche di respirazione di base
  • la respirazione profonda
  • uso pratico delle tecniche di rilassamento profondo
  • tensioni e blocchi corpo/cervello
  • spazializzazione del suono
  • la potenza sonora del corpo
  • lo stadio vocale primario, il KI AI
  • centri energetici vocali e fonazione
  • il suono della voce come limite
  • il suono della voce come invenzione
  • apertura dell'estensione sonora
  • attacco e i primi risuonatori
  • la voce come veicolo spaziale totale
  • tecniche miste di respirazione
  • l'uso del fiato residuo
  • fisiologia del canto
  • uso pratico delle risonanze
  • le sezioni del diaframma il suo uso attivo
  • la bilancia pelvica e la potenza del corpo
  • l'appoggio classico
  • potenziamento muscolare ed apertura della voce
  • la voce come macchina sonoro
  • il suono e gli intervalli sonori
  • apertura della maschera tradizionale
  • risuonatori ed estensori spaziali
  • le fonoarticolazioni
  • cantare il testo
  • gestione di una canzone
  • uso sonoro della scrittura
  • armonici e diplofonie
  • la voce come rumore
  • rottura dei propri confini vocali
  • la voce come esercizio radicale

Cosa fare

La voce continua a mantenere nel tempo l'aura di entità misteriosa e di mezzo dalle connotazioni tecniche indefinite. Uno dei pregiudizi piu' diffusi considera il canto e "l'uso della voce" appannaggio di "pochi eletti"; la cultura musicale accademica ne riduce l'utilizzo, rinchiudendola in una didattica di insegnamento che è sempre semplice limatura di imperfezioni.
Il nostro lavoro consiste nella costruzione totale di un pensiero-sonoro espressivo, rifiutando le convenzioni che vedono nella voce il frutto della predisposizione e del talento innati. Niente è al tempo stesso più vicino e lontano della voce, visto l'uso costante che ne facciamo parlando. L'accademismo la rinchiude nell'astrazione e nella ripetitività, rendendola sgusciante e immateriale, impalpabile e inafferrabile, povera e debole, sclerotizzata nell'uso quotidiano e ridotta a pochissimi moduli.
Per lavorara sulla voce occorre azzerare il sapere musicale convenzionale, che da preminenza alle partiture scritte e incanala le tensioni interne in generi, modi, stili. La cultura musicale dominante considera degli handicap non saper leggere e scrivere la musica. Noi li consideriamo una ricchezza, un vantaggio. Vogliamo ancora essere in grado di percepire le pulsazioni dei nostri nervi, e di partire da essi per costruirci un pianeta di suoni adatti alla nostra personalità. Nel nostro metodo di lavoro e' il ritmo e la pressione interna a spingerci nel percorso della ricerca sonora. Il suono dunque non discende dalla lettura di una partitura scritta o da uno stimolo esterno a cui uniformarci. In questo modo, non solo rinforzeremo la voce posseduta, liberandola da un numero sempre maggiore di autolimitazioni, ma daremo anche vita ad un percorso di formazione globale al suo uso radicale. Il nostro lavoro parte da quello che si puo' definire la necessita' del pensiero di rivelarsi nello spazio e di dare suono alle idee o semplicemente di cercare di materializzare delle sensazioni: riuscire cioe' a sonorizzare le sensazioni del corpo, l'attivita' dell'immaginazione e del pensiero materializzandoli spazialmente. La voce non è uno strumento ma un veicolo di orientamento spaziale. E' un'entità che cerca, si muove, si aggrappa, si rompe, spinge, cade, si divincola, si rialza, corre, respira, ecc... nello spazio interno ed esterno a noi stessi. La prima cosa che bisogna fare è aprire il corpo alla voce e sperimentare l'insieme delle chiavi che ci permettono di aprire i suoni. Per "ricerca sonora" intendiamo l'abolizione degli stili, dei "modi" di cantare (sempre legati al proprio tempo), insistendo sulla categoria di "superamento dei propri limiti", che sono da intendere quali limiti interni, e al tempo stesso, esterni, evidenti nelle azioni del soggetto. Quello che tenteremo di fare è di agganciare il corpo alla testa e ricercare l'impossibile: la ricerca radicale e animale del proprio essere veicolo produttore totale di suono. Centrale è la consapevolezza delle proprie capacita', e quindi delle possibilita' estreme che ha questo veicolo di percorrere tragitti sonori. Intendere la voce nella tonalità delle sue possibilita', non solo come ricerca del bello, dell'armonioso, o soggetto di imitazione, ma anche come mezzo inventore di suoni, di ogni natura: lirici, di percussione, fricati, distorti, rumorosi, meccanici, ecc... Per questo il compito da assolvere sara' quello di annodarci alle tecniche della voce nella cultura orale, accelerando la crescita interna del soggetto con le sue azioni spaziali ed esteriori. Ci muoveremo nella direzione della materialita' dell'utilizzo veicolo-voce, per scardinare limiti e imporre ai suoni i luoghi di frequentazione piu' consoni alla propria personalita'. Non esiste suono senza un cambiamento, senza un'alterazione, senza una trasformazione radicale. Se definiamo i limiti della voce come limiti del corpo e della capacita' immaginativa del cervello lo diciamo fino in fondo, consapevoli di potere attivare nuovi meccanismi di emissione a produrre suoni, concentrando il lavoro di ricerca su noi stessi, facendo delle nostre tensioni l'unica ricchezza possibile: praticando il suono nella sua più intima materialita'.